<html>
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<meta content="text/html; charset=UTF-8" http-equiv="Content-Type">
</head>
<body bgcolor="#FFFFFF" text="#000000">
Hai centrato il problema... il cloud computing può essere una
opportunità per i datacenter. Ma per la piccola e media impresa: che
utilità avrebbe??? Come giustamente fai notare... nessuna.<br>
La virtualizzazione ha un senso se c'è uno scarso consumo di cpu: è
una situazione abbastanza frequente... ma se ho un server sql che
macina gb di dati in continuazione con utilizzi di cpu/ram
significativi mica lo posso virtualizzare ;-)<br>
<br>
La faccenda è seria perché in molti pubblicizzano il CC come la
soluzione ideale anche per le scuole.<br>
<a class="moz-txt-link-freetext" href="http://www.shikablog.it/il-cloud-computing-e-la-sua-importanza-nella-scuola/">http://www.shikablog.it/il-cloud-computing-e-la-sua-importanza-nella-scuola/</a><br>
<br>
In alcuni addirittura si menziona il fatto che si può togliere
l'antivirus... sigilliamo le usb e lettori di memory card? Qui
dicono hanno risparmiato 50.000 euro. A parte il fatto che il
risparmio dell'antivirus è inesistente... quanto spendono
annualmente per la soluzione CC?<br>
9 * 12 mesi * 1400 tecnici = 151200€<br>
Questo per dare il software solo ai tecnici.... figuriamoci agli
studenti.<br>
<br>
<a class="moz-txt-link-freetext" href="http://www.ilsoftware.it/articoli.asp?id=4659">http://www.ilsoftware.it/articoli.asp?id=4659</a><br>
<br>
<br>
<br>
Il 28/12/2011 10.12, Luca 'remix_tj' Lorenzetto ha scritto:
<blockquote
cite="mid:CAKuX69p90DD72=sR5PMRHRMxx9KjXeziQVSv2_uLJDgQA9YZbQ@mail.gmail.com"
type="cite">
<pre wrap="">Allora, di per se il CC è una tecnologia che fa risparmiare un sacco
di soldi alle aziende dove il settore IT ha un costo rilevante (cosa
che non vale in Italia). Gli esempi che presenti sono significativi
del fatto che il CC venga trattato come una moda anzichè come una
tecnologia seria (alla stregua di tante altre tecnologie che sono
passate, come la virtualizzazione ad esempio).
Consideriamo l’analisi fatta da Grossman in [1] in cui vengono
confrontate le ipotesi di utility computing (cioè l’acquisto del
servizio nel cloud) e dell’acquisto dei server per i datacenter:
Supponiamo di avere la necessità di operare con 100 server per 3 anni.
Soluzione 1: acquisto del servizio in cloud.
La prima soluzione prevede il noleggio al costo di $0.40 per istanza
per ora, il cui costo sarebbe approssimativamente di:
100 server * $0,40 per ora * 3 anni * 8.760 ore/anno = $1.051.200
Soluzione 2: acquisto per il proprio datacenter.
Supponiamo che il costo di ciascun server sia di $1.500, che servano
due persone per amministrare i server al costo di $100.000 per anno e
che i server necessitino di 150 W ognuno al costo di $0.10 per kWh,
che portano il costo annuale per lavorare con i 100 server a $13.140.
Il costo approssimato sarebbe quindi il seguente:
100 server * $1.500 + 3 anni * $13.140 elettricità annuale + 3 anni *
2 dipendenti * $100.000 stipendio annuale = $789.420
Da questa analisi emerge che un utilizzo intensivo, quasi al 100%
rende più favorevole la costruzione di un datacenter in casa. Ma se le
risorse vengono utilizzate al 75% o meno il modello pay-per-use
risulta essere meno costoso.
Quindi, aldilà dei vari problemi di privacy & co che ben sappiamo
bisogna considerare che i valori economici presentati comportano a
reali vantaggi economici.
[1] R. Grossman, “The Case for Cloud Computing,” IT Professional, vol.
11, no. 2, pp. 23 –27, march-april 2009.
</pre>
</blockquote>
<br>
<div class="moz-signature">-- <br>
<meta http-equiv="CONTENT-TYPE" content="text/html; charset=UTF-8">
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<p><font face="Tahoma"><strong><font color="#003399" size="2">Stefano
Fraccaro</font></strong><font size="2"><b><br>
</b></font><font color="#003399" size="1">Automation
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</b></span><font color="#003399" face="Tahoma"><font
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Fermi, 4 - 31030 Castello </span><span lang="it-IT">di</span><span
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Tel: +39.0423.7351<br>
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