[MontelLUG] Report
elietandre a freesurf.fr
elietandre a freesurf.fr
Sab 4 Dic 2004 14:20:25 CET
Fonte: http://www.zeusnews.it/index.php3?ar=stampa&cod=3573&numero=999
XP non aggiornato? Infetto in quattro minuti
Windows, Mac OS X, Linux alla prova: quanto reggono se esposti agli
aggressori della Rete? L'esperimento di Kevin Mitnick e soci.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - Security Update, 01-12-2004]
Quattro minuti online bastano per infettare un PC. La società di
marketing e design californiana Avantgarde e il popolare quotidiano USA
Today hanno incaricato il celebre Kevin Mitnick e l'informatico Ryan
Russell di collegare a Internet per due settimane sei piattaforme
informatiche fra le più comuni, nella configurazione standard impostata
dal produttore, per vedere quale avrebbe resistito meglio all'ondata di
attacchi che colpisce silenziosamente ogni computer connesso alla Rete.
I risultati sono molto educativi. Windows XP con il Service Pack 1 (e
senza il più recente e controverso Service Pack 2, quindi una
configurazione non molto aggiornata ma assai diffusa) ha resistito
appunto quattro minuti.
Windows Small Business Server 2003 se l'è cavata meglio, reggendo ben
(si fa per dire) otto ore.
E' interessante notare che basta molto poco per rendere assai meno
vulnerabile un PC Windows: XP con Service Pack 1 e Zone Alarm 5.1 ha
resistito indenne per le due settimane dell'esperimento. Lo stesso vale
per XP con SP2 nella configurazione di default.
Mac OS X, nella versione 10.3.5, e Linux, nella distribuzione Linspire,
se la sono cavata altrettanto egregiamente, restando intatti. Il
conteggio degli attacchi è risultato ex aequo fra XP SP1 e Mac OS X, con
circa 138.000 tentativi di intrusione a testa. Linux, invece, si è
attirato soltanto 795 tentativi, pari allo 0,26% degli oltre
trecentomila subiti dalle macchine-esca di Avantgarde.
Nel considerare le implicazioni di queste cifre bisogna fare attenzione
al tipo di aggressione studiata dal test. Questa vera e propria
gragnuola di trecentomila attacchi è costituita per la stragrande
maggioranza da attacchi automatizzati, tentati a casaccio contro
qualsiasi computer raggiungibile in Rete nella speranza di trovarne
qualcuno vulnerabile. Inoltre non risulta che i computer siano stati
utilizzati da qualche utente durante le due settimane del test, per
esempio per ricevere posta o navigare nel Web, per cui è stato escluso
dall'esperimento un fattore molto importante: l'utente, che con i suoi
comportamenti spesso inconsapevolmente a rischio è prezioso alleato
involontario degli aggressori.
Inoltre la sostanziale parità del numero di attacchi contro Windows XP e
Mac OS X non deve far pensare a una smentita della teoria secondo la
quale il Mac sarebbe meno vulnerabile perché meno bersagliato: gli
attacchi, infatti, erano quasi tutti basati su falle di Windows, per cui
non hanno messo alla prova significativamente la robustezza di Mac OS X
e Linux.
In realtà la distribuzione del numero di attacchi rivela un fatto molto
importante: secondo i risultati del test, nella configurazione di
default Mac OS X non occulta completamente la propria presenza in Rete e
quindi si attira molti più attacchi rispetto a Linux, perché il sistema
operativo Apple risponde ai ping ICMP usati dai programmi automatici che
cercano bersagli da aggredire; Linux no.
Al di là delle analisi tecniche, comunque, forse l'aspetto più degno di
risalto di questo test non è la robustezza relativa dei vari sistemi
operativi, ma il fatto che sia stato commissionato da quello che in
Italia sarebbe un giornale popolare, scritto per un pubblico di massa,
non per gli informatici. Attendiamo (con poca speranza) che i quotidiani
nostrani imparino la lezione.
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