[MontelLUG] Convegno su software proprietario e libero

Davide Rondini davide.rondini a gmail.com
Dom 18 Feb 2007 13:02:49 CET


Ciao a tutti,

la mia azienda espone in Fiera Innovaction a Udine oggi, ma vista la
scarsità di contatti (e in generale di afflusso di pubblico), per
ovviare alla noia ho deciso di fare un salto al convegno organizzato
dal titolo:

"Software proprietario o software libero? Entrambi è meglio!"

Col fido Flybook ho preso un po' di appunti al volo su alcuni
interventi. Ovviamente quello che segue non è la trasposizione esatta
di quanto detto, ma solo i miei appunti sugli aspetti che mi hanno
colpito di più, e che mi pareva carino girare alla discussione della
ml. Non voletemene se il testo è un  po' frammentario, si tratta di
appunti presi a caldo, solo in parte riordinati.

La moderatrice era Mariella Berra, docente di socilogia delle reti
telematiche all'Università di Torino., che ha evidenziato  i seguneti
punti nella sua introduzione:

* Il software OS permette un modello di imprenditorialità dal basso,
fondamentale per i paesi che non hanno colossi del software, come ad
esempio l'Italia: senza software libero questi paesi sarebbero
schiacciati dalle potenze del s/w.

* Problema di tracciabilità: gli enti pubblici hanno bisogno di poter
verificare il contenuto del software, per garantire il rispetto dei
diritti dei cittadini. Per questo anche Microsoft è stata costretta a
garantire agli stati la visibilità del codice sorgente dei propri
programmi

* Comunicazione universale: l'interoperabilità garantita dagli
standard aperti è fondamentale

* Value for money: la cifra che mi è rimasta impressa è che lo stato
italiano spende in licenze proprietarie 3 Mld di € l'anno,
l'equivalente di 30'000 sottosegretari (beh, di sottosegretari da
mantenere ce n'è già una marea, penso si potrebbero usare per qualcosa
di + utile :-) , non so bene perché la relatrice abbia fatto questo
esempio)

E' seguito l'intervento di Andrea Valboni (National Technology
Officier di Microsoft), uno dei più interessanti, perché ha spiegato
la posizione del monopolista del mercato sul tema del software libero,
illustrando le iniziative che hanno fatto in tal senso e su cosa è
disponibile dei loro sorgenti.

La chiave del discorso è che anche loro si stanno rendendo conto che
non tutto il software può essere proprietario, e anche loro si stanno
muovendo per aprire (in parte, ovviamente) alcune cose. Rivendicano
però il diritto a mantenere la proprietà intellettuale sul loro
codice. La nota che io ritengo interessante è che sostengono che si
stia creando una sorta di zona intermedia, di interoperabilità fra i
vari tipi di licenze (cosa che ha chiamato: move in the middle). in
sostanza loro dicono che se da una parte le aziende monopoliste hanno
una certa spinta ad aprire parti di codice, alcune aziende totalmente
basate su Open Source si stanno riconvertendo a fornire prodotti in
dual licensing, con versioni a pagamento, non limitandosi a fornire
servizi, perché questo non è sfficiente a sostenere il loro mercato.

SharedSource -> government security program: danno il sorgente ai
governi, riconoscono che trasparenza e interoperabilità sono
importanti.

Gli standard devono essere aperti, non possono essere proprietà.

innovazione dei prodotti -> device embedded o wearable PC, se le
aziende non avessero il sorgente, non potrebbero fare
l'implementazione. (Qui la cosa mi è parsa un po' tirata per i
capelli: di fatto loro danno il sorgente a dei loro partner quando
hanno l'interesse che questi sviluppino su nuove piattaforme h/w: non
mi pare unapolitica molto "open". E'ovvio che se non mi dai il
sorgente non posso ricompilarti WinCE sul nuovo device embedded,
quindi se non vuoi che usi il s.o. della concorrenza...)

Questa è una notizia che pochi sanno: tutti i clienti che hanno un
rapporto pluriennale con M$ hanno diritto a vedere il sorgente di
Windows! Non credo però intendano che siccome ho comprato Xp qualche
anno fa incluso nel PC allora mi posso far mandare il CD dei sorgenti
:-D

Nuove licenze che hanno introdotto: Permissive licence, Community
lic., Reference lic.

Altri poretti: CodePlex http://www.codeplex.com/ , Port25
http://port25.technet.com/

E' seguito poi l'intervento di un programmatore OpenSource, che lavora
con una ditta che ha creato un wearable PC su una distro modificata
apposta.

Il s/w è un servizio.
Sostenibilità, non per chi produce, ma per il beneficio della
comunità. Se esiste un monopolista, questo va a detrimento della
società: esempio del notaio: fare il notaio è economicamente
sotenibile, ma la sua esistenza porta un vero beneficio alla comunità?
Esempio della stampa: quando è stata inventata la stampa, rompeva il
monopolio della chiesa che attraverso i monasteri degli amanuensi
detenteva la conoscenza. Non ha senso però chiedere a M$ o Apple di
distribuire gratis i prodotti, ma serve la disponibilità a livello
industriale.
La ispezionabilità è fondamentale, ma non sufficiente. Esempio di un
database, in cui si è scoperto un userid sempre valido un anno dopo
che è stato reso aperto il codice.

non siamo tutti comunisti :-) (questa frase era per sfatare le
demonizzazioni che ci sono intorno alla comunità Open Source)
La comunità non esiste, ci sono solo tante persone che lavorano per i
cavoli loro sul codice, soprattutto in ambito industriale. (bah,
questa affermazione è discutibile: si vede che non è mai venuto a una
cena del MontelLUG :-D )

Un altro intervento interessante: Carlo D'affara ha parlato dei
progetti europei (ntesa come Commissione Europea) nel s/w libero:

Commissione europea con il fs. Sono partiti nel '97. Principio della
neutralità tecnologica: le valutazioni vanno fatte su basi oggettive.

Licenze considerate libere dalla CE sono quelle definite dalla FSF o
dall'OSI. OpenSSL è stato certificato per fare crittografia. ADACORE è
certificato, è un sistema per l'avionica.
L'80% dei 500 pc più potenti del mondo usa Open Source.

Qui c'è stato un'intermezzo divertente: il relatore ha raccontato di
aver assistito alcuni anni fa a presentazioni di economisti che
sostenevano balzane tesi sul software OpenSource: la prima era che
l'Open Source era la interiorizzazione da parte dei programmatori in
ambito informatico delle teorie marxiste sulla proprietà, la seconda è
che il modello OS tende a riproporre in forma tecnologica il modello
delle comunità dei villaggi africani. La cosa è stata accolta con una
sonora risata della platea.

La CE ha monitorato 5000 e passa desktop passati all'OS, e hanno
scoperto che il TCO (Total Cost of Ownership, parametro che spesso,
come ha datto anche il relatore, viene usato dai vari vendor per
dimostrare che il proprio software ocsta meno) è maggiore leggermente
in media per i sistemi OS, ma che si hanno vantaggi collaterali che ne
giustificano ampliamente la spesa. Su progetti enormi soprattutto (es:
Vista, checontrariamente a quello che pensate è un sistema gestionale
complesso per ospedali Open Source. L'ironia dei nomi... :-D ), il
vantaggio è enorme, perché il software spesso viene fatto su
specifica, per es siemens usa solo il 22% sel s/w proprietario.

Es: Nokia 770, usa il 98% di s/w programma, hanno ridotto il tempo di
sviluppo di7 mesi, Apple ha risparmiato un miliarod e mezzo di $ per
MacOS X. Le aziende devono riconoscere il valore del s/w OS.

OpenTTT http://www.openttt.eu/

Salto i due interventi successivi. perché mi sono parsi in sè poco
significativi. L'ultimo invece è stato un giurista, l'avv. David
D'agostini, che ha parlato degli aspetti legali delle licenze

Si tratta di argomenti relativamente recenti, quindi si tratta di
argomenti fluidi. Diamo per scontato alcuni concetti, ma che non lo
sono. Inizialmente il s/w era venduto con l'h/w. Nelle leggi non c'è
la definizione di programma, si dice solo che rientrano come diritto
d'autore (vedi la diatriba sui brevetti). L'algoritmo non è
brevettabile. il s/w è un bene immateriale e inconsumabile. Il
programma va distinto tra sorgente e oggetto. Entrambi sono tutelati
dalla legge sul diritto d'autore.

Requisito: creatività e originalità.

Diritti morali: diritto dell'autore dell'opera a rivendicarne la paternità
Diritti patrimoniali: tutto il resto.

In assenza di contratto tra sviluppatori e clienti ci sono delle norme
inderogabili: chi vende NON può impedire che l'utente faccia copie di
backup, nè che lo modifichi, nè tantomeno (anche col reverse eng.), nè
che corregga bachi. Però queste cose non possono essere passate a
terzi.

Cita le libertà di Stallman

C'è uno scenario molto vario:
s/w libero
open source
pubblico dominio
copyleft
semilibero
proprietario
shareware
freeware
commerciale

Schema dal sito dal sito di GNU.

Elenco di licenze quelle approvate dalla OSI o FSF

Come conclusione ha accennato agli aspetti contabili del software OS?
Quanto vale in azienda il codice che usa? In realtà ha solo detto che
si tratta di cose che nessuno ha mai discusso, ma che potrebbero
divenire rilevanti.

Ultima nota: il dirigente di Microsoft ha risposto a una domanda di
uno del pubblico che ha chiesto cosa ne guadagnano dal recente accordo
con Novell. In maniera molto franca hasottolineato che si tratta di un
modo per smetterla di darsi battaglia legale, che alla fine è una cosa
che va a scapito degli utenti finali di entrambi i sistemi (e che
probabilmente costa...). Mi è parso un discorso abbastanza sincero, al
di là delle dichiarazioni di circostanza.

Spero che i miei appunti possano avere qualche spunto interessante
anche per voi. :-)

Ciao ciao
CD




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