[MontelLUG] [Fwd: Nuovo gruppo di traduzione di Ubuntu in Lingua Veneta]

Matteo Vincenti matteo.vincenti a gmail.com
Ven 17 Dic 2010 16:04:40 CET


Loris,

la tua risposta mi conferma quello di cui ero già certo, cioè che la tua
esperienza e il progetto di Ubuntu in veneto sono animate da buonafede e
volontà.

E ti garantisco che non hai sollevato un vespaio, ma una discussion
interessante e direi anche civile. Forse un po' OT ma degna di esserci,
credo.

Mi premeva solo chiarire questo punto, quello della lingua ufficiale.

La prima parola, lingua, non è del tutto autorizzata per i motivi che ho
esposto.
La seconda, ufficiale, ancora meno: per riprendere l'esempio che hai fatto:

Se trovo la morosa, e lei è d'accordo con me, allora siamo "ufficialmente"
> fidanzati.
>

Questo perché lo stare insieme si realizza e "consuma" nel considerarsi
insieme.
La lingua ufficiale invece è qualcosa che va oltre la volontà: deve esserci.
Per restare nell'esempio, è come se tu stabilissi che la tua ragazza porta
ufficalmente una quarta di reggiseno, e lei concorda. Potete essere
d'accordo finché volete, ma se lei ha una prima, il reggiseno le cascherà
sempre.

Le lingue ufficiali non si "creano" a tavolino, si prende atto che ci sono,
quando ci sono.

Tolto questo, nulla vieta di localizzare ubuntu. È un esperimento divertente
in cui vi auguro successo. :-)

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Rileggendo mi sono accorto di aver scritto un bel po', non mi va di
cancellare ma vi avviso che da qua in poi c'è un'altra tirata OT sul veneto
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Un'altra precisazione, visto che ci siamo. È un po' un luogo comune che i
bambini non parlano italiano perché gli educatori lo vietano.

Tutti gli educatori ormai sanno che se un bambino sente parlare più lingue
diventa, semplicemente, bilingue (in questo caso diglotta, in realtà) o
poliglotta. Quindi nessuno vieta a un genitore di trasmettere il dialetto ai
figli. I miei l'hanno fatto con me, ciascuno in un dialetto, tra l'altro, e
non mi hanno rovinato l'italiano, anzi alla fine sono andato a studiare
lettere.

Sulle lingue girano strane leggende, in effetti. Una lingua è un animale,
vive e si evolve, e muore quando sparisce il suo habitat, cioè la società,
la cultura e l'insieme di attività produttive etc che necessitano di questa
lingua e di cui questa lingua ha bisogno.

Io uso sempre questa frase per spiegarlo: "l'orto si coltiva in dialetto"
Per quanto la zappa abbia un nome in italiano (zappa o marra), non c'è
niente da fare, l'orto si lavora "co a sapa". Allo stesso modo ogni ambito
ha il suo patrimonio di lingua collegato.

Se la lingua veneta è in flessione, è perché la società si evolve e cambia.
La generazione precedente alla nostra ha lasciato in larga parte i paesi per
le città, rimescolando i dialetti locali e alla fine, complice il boom
economico e la televisione ecc, ha trovato più standard, cittadino, ed
elegante parlare in italiano. E non è da condannare, visto che il veneto era
la lingua (qui sì) di quell'Italia che tutti volevano lasciarsi alle spalle,
del dopoguerra e della fame, dei campi e dei filò. I veneti che oggi si
lamentano che il veneto muore, dovrebbero chiedersi se loro "vivono in
veneto" o se del veneto hanno solo la nostalgia.
Tutti siamo d'accordo che il mondo contadino meno inquinato e a contatto con
la natura era forse meno "contaminato" dalla modernità, ma in pochi saremmo
disposti a tornare a coltivare i campi. Il cambiamento delle abitudini,
degli usi e della lingua è un effetto di questa mutata condizione. Insegnare
il veneto nelle scuole non servirà a nulla, se non offirremo ai bambini
anche uno stile di vita in cui il dialetto abbia una utilità. Oppure peggio,
faremo come fecero gli umanisti col latino: recuperando dalla soffitta una
lingua morente, ne decretarono per sempre la fine.

La salvaguardia della lingua veneta, così come la sento proporre in giro,
potrebbe significare anche la fine della lingua veneta. Paradossale, ma già
successo con altre varietà.

Vabbè, accademia. Sto sforando nella sociologia, e probabilmente annoiando
qualcuno.
Se qualcuno vuole approfondire un po', mi scriva privatamente e non
disturbiamo la lista. :-)

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In bocca al lupo per tutto e buon lavoro,

M.



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